giovedì 7 maggio 2015

Il barocco in ufficio

E' vero, adoro Mozart, Haendel, Haydn, Benedetto Marcello, Pergolesi, Vivaldi: straordinari autori del Barocco. Ma sentirsi dare del "barocco" (non del "brocco", quando una vocale fa la differenza!) durante l'analisi di un lavoro significa una sola cosa: stiamo aggiungendo orpelli inutili a qualcosa che è efficace già di suo.

In cosa si manifesta il "barocchismo"? In quel tocco di inutile, lezioso, noioso, in quello svolazzo compiacente che nelle intenzioni di chi lo compie dovrebbe conferire maggior prestigio, attenzione e autorevolezza a quanto si sta facendo.

Esempi di barocchismi sono il Voi in luogo del voi (o Suo in luogo di suo), il Sempre a Vs. disposizione (che porta alla mente l'inchino con mano sinistra sul cuore, destra in alto che impugna il cappello piumato, piede sinistro avanti e destro poco arretrato), le ripetizioni inutili di quanto sia importante un concetto o la collaborazione, ma anche eccessi di colore, di decori, di parole, di ripetizioni ecc. ecc.

Serve a qualcosa? Sì, come uno spicchio d'aglio in una brioche alla marmellata!
Suona sincero come come una moneta di plastica, pesante come un'impepata di cozze a colazione.

Garbo, forma e cura dei contenuti sono essenziali per arrivare al nocciolo della questione che è e resta l'unico fine della nostra comunicazione. Punto.
Il resto è barocco.

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