venerdì 24 aprile 2015

Il Pentagono immaginario

"...ma a chi vuoi che interessi! Mica siamo il Pentagono qui?"

Questo mi diceva mentre prendeva il bicchiere di plastica colmo di té dal vassoio cui era appoggiato. Interessante sapere che il "vassoio" era quello del lettore cd del computer, che per il fatto di avere un buco grande al centro, consente di infilarvi "in tutta sicurezza" il bicchiere con la bevanda.
Dopo il sorso gustato con sofferente piacere mi guardò e con due occhi increduli mi chiese "...cosa c'è? Qualcosa non va?".

Il mio sguardo scivolò desolato sulla cornice del monitor tempestata di bigliettini adesivi con sopra appunti, avvisi, cose da fare e soprattutto un paio di password. "Tu questa cosa della sicurezza la prendi troppo sul serio... rilassati!". Con una calma apparente mi chiedeva di far finta che tutto fosse normale.

La mia osservazione che l'azienda aveva investito parecchio nella sicurezza proprio per evitare intrusioni, furti di dati, danneggiamenti e grane legali venne assorbita da un'alzata di spalle e un sorrisetto complice. C'è sempre un complice in un misfatto.

Il pensiero corse agli amministratori di sistema di quell'azienda, a quanto si preoccupassero di dotare l'impresa di dispositivi software e hardware in ottemperanza alle disposizioni di legge, a come luccicavano loro gli occhi quando alzavano la testa dalla tastiera per uno sguardo sfuggente ricco di orgoglio da cui traspariva un pensiero chiaro: "Vede Izzinosa? Siamo furbi noi, abbiamo pensato a tutto, siamo indistruttibili, i nostri dati sono in una fortezza!"

Una fortezza, sgretolabile a colpi di post-it.

Nessun commento:

Posta un commento